Incroci Disvelanti

 

Rassegna a cura di Dino Del Vecchio e presentazione critica
                                            
Presso lo spazio - Boccuzzi Arte - Bari

Inaugurazione
Sabato 23 novembre dalle ore 18
Durata della mostra dal 23 novembre al 15 dicembre 2007

Titolo della collettiva
“Incroci Disvelanti”

 

Una mostra che nasce a Bari per proporre alla fruizione del pubblico una nutrita schiera di pittori  (pugliesi e abruzzesi) con l’opportunità di incrociare, vis a vis, esperienze e linguaggi generati intorno ai loro territori.

Propensi a raccontare i “fatti”, che si decidono di un percorso artistico i cui  intrecci,  tra esperienza e conoscenza, disvelano posizioni di approfondita verifica sul terreno di confronto che insiste sulle pluralità dei contenuti, delle forme, e verso la narrazione figurale e, altre nuove espressioni sconfinanti nelle accumulazioni materiche e più sottili varianti concettuali.

L’origine “territoriale” del singolo artista chiamato ad esprimersi nei più avvertiti temi della contemporaneità in tale rassegna, grazie alle posizioni di confronto dialettico e stilistico produrrà, e ne siamo certi, un clima fertile di comunicazioni imprescindibili del genius loci. 

Ad ogni sguardo che conduce verso tale archetipo, la scelta referenziale porta alla ribalta artisti a cui riconosciamo una disvelante azione-proposizione che porta dietro le più diverse sollecitazioni ambientali, e di natura antropologica; ovvero, un gruppo di pittori che intende mostrare la piena libertà di esprimere, con l’arte, la ricognizione del presente, avvalorando la tesi del confronto costruttivo, e nuove possibili contaminazioni culturali. 

 

Artisti invitati: Fabrizio Berardi, Giuseppe Cipollone, Piero Gigante, Franco Legrottaglie, Fausto Leonio, Antonio Matarazzo, Armando Ostuni, Mauro Rea, Nicola Sasanelli, Raffaella Simone, Franco Sinisi                    
 
 
Boccuzzi Arte via Putignano 116 - Bari -  mail - vitoboccuzzi@gmail.com

La galleria, nella forma di associazione culturale (“Tropico Del Cancro”) diretta da Vito Boccuzzi rimane aperta dal martedì al sabato, dalle ore 16, alle 20.

Per opportuno e auspicabile preventivo appuntamento: cell.  360.572302

Fabrizio Berardi. Intessute e avvolte le plastiche di irreale onirica trasparenza, sublimano tracce di un giardino archeologico; impronte scrostate della flora animata dall’impellente preservazione. Nella chiarità innocente e asettica dell’elemento chimico sintetizzano segni e colori - interni/esterni - balenanti sulla precarietà del supporto leggero ed effimero. Appare, invece, l’intelaiatura che sostiene la forza immateriale di cui avvertiamo (appena) la parvenza iconica della rappresentazione/rivelazione di un qualche “intimo” candore violato.

Giuseppe Cipollone, sebbene artisticamente indipendente dal Verismo propone, dal fermo immagine della memoria la valutazione-descrizione topica del tempo uguale; mostrando austere architetture del passato, sottratte alle laceranti metamorfosi ambientali in atto. Si intuisce uno spettacolo di vita permanente sulla cui scena avanza l’eterna bellezza, monoculare della visione, che qualifica il silenzio spirituale annoverato nei borghi antichi e nelle fisionomie dei telamoni sorpresi nel “tempo eterno”, di metafisica memoria.

Piero Gigante fa prendere corpo e consistenza all’immagerie da rotocalco rendendola visibile al più vasto e generale scambio della realtà-fiction e finzione dell’arte. Poi, come per incanto, emerge il collage ridipinto con la tecnica del dripping, e lievi sgocciolature e lustrini. La strategia, nell’ambito della ricerca coerente dell’esplorazione mass-mediale, sconfina nella scelta del “ritaglio” cartaceo individuato per la successiva elaborazione visiva, e spinta alla traduzione pittorica e perciò alla contaminazione.       

Franco Legrottaglie. La sua è una vera e propria avventura artistica… Annotati dalle sue prime “prove” affascinanti intrecci riconducibili alla più alta visione dell’arte visuale e scritturale, oggi, i suoi lavori sostengono un rigore filologico della storia e, allo stesso modo, sono rivolti al tempo contemporaneo. Il suo linguaggio, portato a sintesi e potenziato con gli strumenti della pittura suggerisce la stretta congiunzione con l’astrattismo geometrico e, altre citazioni, che accennano tramature brulicanti di segni e impressioni innescando, (per noi), meccanismi emozionali e magiche ombre oniriche.

Fausto Leonio esprime con atteggiamento riflessivo e rigoroso la formulazione attendibile di una produzione neoinformale; persistente alla formazione di materie, connesse e concesse alla forma aniconica. La texture, che aggetta casuali inserimenti e inattese mutazioni cromatiche, porta allo stile “soffice”della definizione pittorica che coagula sul supporto di tela juta, nei modi e nelle maniere del suo manifestarsi nello spazio, strati e inserti aggettanti, immersi nella placenta/pittura  portata al monocromo.

Antonio Matarazzo rilancia con l’esuberanza della pittura-materia l’immagine - vitale e giocosa - del vulcano: inimmaginabile negli infiniti modi della sua proposta figurale, virtuosa e ironica dell’evento, che si compie nella spettacolare eruzione e tragitti naturali della sciara lavica infuocata. La traduzione metaforica, sorretta da una forte risoluzione alchemica, persistente nei materiali minerali, e nella traccia espressiva del colore, svela il pensiero ironico dell’autore, che affida al flusso energetico della creazione il suo messaggio.

Armando Ostuni evidenzia appannaggio della creatività forme geometriche e volumetriche; sul punto che l’immaginario mondo irreale, in cui sono calate le sue “architetture” fantastiche, sembra praticabile per la “fuga” verso un luogo sub-reale, e della felicità: (per i conflitti della vita reale e drammi quotidiani). Le “Metaforme”, viste nella distanza segnata dalla esperienza sensoriale, aggregano il monogramma araldico, referente dell’autore, che “sigla” il passaggio verso inaspettati luoghi…

 

Mauro Rea. Esaurita la fase più figurativa, emergono nelle superfici intrecci e stratificazioni materiche; organiche al colore, che trattiene indefiniti lirismi e riverberi conclusi al riflesso della monocromia. La tela-supporto così raccoglie e accoglie un “mosaico” di tracce e rilievi; orchestrati nel cromatismo aspro, ad esempio, bruno-violetto percepito dinamico e cangiante. Nel segno e nella materia traspare, invece, la profondità cosmica; su stesure preziose, su fondi che innescano luminescenze variabili, e prolungamenti agli impasti incrostati, sui quali si registrano tracce arcaiche, e magiche alchimie. 

Nicola Sasanelli vivendo in un circuito culturale di ampiezza internazionale riconduce tale esperienza esistenziale alla creatività che valuta, per la susseguente definizione del quadro, l’immortalità di certi personaggi noti per altre essenziali entusiasmanti scoperte, e invenzioni utili per l’umanità, Le superfici-supporto mediante un processo di disseminazione e frammentazione della forma, ideale di riferimenti e valori, presentano una stratificazione di segni e significati di immediatezza espressiva e, altre declinazioni, proprie dell’astrazione.

Raffaella Simone, giovane artista di Avezzano presenta con perizia tecnica, tra collage e pitture sovrapposte, temi risucchiati dal magico mondo mitologico; propriamente riformati alla interpretazione fantastica, con un linguaggio che conduce al potere di fascinazione del serpente e alla locuzione poetica - efficace e intelligente - tanto più che quest’ultima, appartiene alle riserve soggettive e autoreferenziali messe in gioco, volutamente, per dotare di coerenza interna la composizione in cui scrittura e immagine, compenetrano.

Franco Sinisi alterna alle due dimensioni della pittura una riduzione al dato del puro supporto impiegato come schermo vuoto, a partire dal quale recupera altre dimensioni. Le forme geometriche modulari che scandiscono la superficie del quadro misurano una struttura spaziale percepita intangibile del vuoto e dell’assenza; verso lo spazio estetico totale, e al recupero del valore  minimo dell’elemento cartaceo, in diretta relazione con la superficie-supporto, incline a conservare memoria analitica e flussi pulsionali di espressività immediata, al piacere del colore.

 

                                                                                                            Dino Del Vecchio

Bari, 10 novembre 2007